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Caminetto elettrico o a bioetanolo?

Caminetto elettrico o a bioetanolo? Leggi la guida per conoscerne differenze, pro e contro, e capire quale elettrodomestico scegliere.

caminetto elettrico o a bioetanolo

Differenze

La funzione di questi dispositivi è la stessa di un comune camino a legna o a gas, ovvero riscaldare un ambiente più o meno grande cercando di regalare un tocco di maggior eleganza e originalità alla casa. Entrambi i sistemi si prestato a diverse installazioni: a parete fissandoli come fossero un quadro, inseriti in apposite nicchie oppure appoggiati direttamente a terra. Forme, design e dimensioni dipendono esclusivamente dal senso estetico e dalle personali necessità.

La sostanziale differenza tra le due soluzioni è il tipo d’alimentazione utilizzata per produrre il calore: la corrente elettrica da una parte e il bioetanolo dall’altra. Un’ulteriore diversità è rappresentata dalla fiamma che per un caminetto elettrico è finta, mentre nell’altro caso è provocata dalla combustione del liquido infiammabile.

Come funziona un caminetto elettrico?

Un caminetto elettrico ha una struttura molto semplice, figlia di un funzionamento altrettanto elementare. Il calore viene prodotto attraverso delle resistenze che si scalderanno una volta alimentate. Si sfrutta l’effetto Joule che trasforma l’energia elettrica in calore.

Ciò implica che per accendere questa tipologia di caminetti, è sufficiente il collegamento alla rete elettrica domestica, senza altre incombenze. I modelli più piccoli si fissano alla parate, si avviano immediatamente e riscaldano l’ambiente in pochi minuti. La diffusione del calore all’interno della stanza è spesso assicurata dall’integrazione di un termoventilatore che provvede a far circolare l’aria.

Le dimensioni e il calore prodotto aumentano al crescere della potenza, che andrà scelta in base alle reali necessità. Normalmente è un valore compreso tra 900 e 2000 Watt. La struttura esterna può avere diverse finiture, sfruttando l’acciaio inox per assicurare un look più moderno oppure rivestimenti in legno verniciato per meglio accostarsi ad ambienti dallo stile classico.

Un vetro temperato nasconde il finto focolare che potrà sembrare più o meno realistico a seconda del modello scelto, ma in generale garantisce un buon colpo d’occhio.

Il sistema per creare l’illusione della fiamma è realizzato con delle luci led che illuminano delle riproduzioni di tronchetti di legna per dare l’impressione di essere al cospetto di tizzoni ardenti. Per rendere la scena più reale e generare l’effetto fumo, è spesso presente anche una vaschetta d’acqua con un nebulizzatore a ultrasuoni.

Alcuni caminetti elettrici possono essere utilizzati anche solo per creare l’effetto ottico della fiamma senza produrre calore. Una funzione utile nelle stagioni calde semplicemente per regalare un’atmosfera più accogliente. Nella maggior parte dei modelli è presente un telecomando per gestire le poche impostazioni comodamente da remoto.

Migliori caminetti elettrici

 

Come funziona un caminetto a bioetanolo?

Questa tipologia di caminetti sfrutta la combustione del bioetanolo per produrre calore. Si tratta di un alcol generato dalla fermentazione di biomasse e in grado di offrire un buon potere calorifico.

La struttura esterna non presenta grosse differenze rispetto a quella di un caminetto elettrico, ciò che cambia è il sistema di produzione del calore. Il bioetanolo è contenuto in un serbatoio in acciaio inox più o meno capiente; al suo interno è solitamente inserita una pietra porosa che per capillarità è in grado di erogare la giusta quantità di liquido necessaria alla combustione. Dal bruciatore scaturiscono le fiamme che, oltre a produrre calore, donano un effetto molto caratteristico.

Migliori caminetti a bioetanolo

 

Pro e contro

Per effettuare una scelta soddisfacente è opportuno valutare con attenzione gli eventuali vantaggi e svantaggi offerti da entrambe le categorie, per capire quale sia la soluzione più adatta alle proprie necessità.

Consumi

Un aspetto di primaria importanza è valutare la reale convenienza di un sistema rispetto al suo diretto rivale. In questo caso abbiamo da una parte un dispositivo che va ad incidere sui costi in bolletta e dall’altra un caminetto alimentato con un combustibile da dover acquistare separatamente.

Diciamo che non è facile stabilire con assoluta certezza quale sia la soluzione più vantaggiosa. Ci sono molte variabili che intervengono, una su tutte è la volumetria del locale da riscaldare.

Nel caso di un caminetto elettrico, i consumi sono facilmente calcolabili, in quanto l’assorbimento di energia elettrica è espresso in Watt come per qualsiasi altro elettrodomestico.

Per sapere quanto si sta spendendo per riscaldare casa con questo tipo di caminetto, è sufficiente moltiplicare il costo di un kW/h per il numero di Watt assorbiti dal modello scelto, moltiplicando poi il risultato per il numero di ore in cui si intende utilizzare l’elettrodomestico. Il costo dell’energia dipende anch’esso da tante variabili, dal tipo di contratto sottoscritto col proprio gestore di energia elettrica, e dalle fasce orarie.

Per avere un termine di paragone possiamo considerare che un litro di bioetanolo può costare da 2,8 a 5 euro. Per un locale di circa 30 metri quadri e un utilizzo medio di 4 ore al giorno, potrebbero essere necessari anche 5 litri di combustibile a settimana, che si traducono in una spesa compresa tra 25 e 35 euro al mese.

Un aspetto da non sottovalutare è il consumo di ossigeno dovuto alla combustione del bioetanolo. Ciò implica che il locale debba avere una buona ventilazione ed è importante ricordarsi di provvedere ad un regolare ricambio d’aria.

In linea di massima possiamo consigliare un modello elettrico nel caso di riscaldamento di ambienti molto grandi e puntare su un caminetto a bioetanolo per locali di medie/piccole dimensioni.

Praticità d’uso

Entrambe le soluzioni rappresentano una pratica alternativa rispetto ad un tradizionale camino a legna o a gas. Non hanno la necessità di una canna fumaria o di tubi di scarico verso l’esterno e non vi è nessuna produzione di fumo o di cenere da dover pulire. I camini a bioetanolo rientrano nella cosiddetta categoria dei focolari liberi, senza alcuna legislazione che obblighi a revisioni periodiche. A livello manutentivo non ci sono particolari interventi da effettuare né per l’una che per l’altra tipologia.

Tuttavia, un caminetto elettrico rimane una soluzione di maggior praticità: per funzionare basta schiacciare un interruttore o pigiare un tasto sul telecomando. Un modello a bioetanolo richiede il riempimento del serbatoio, non è dotato di controllo remoto o accensione automatizzata, inoltre bisogna provvedere a mantenere i locali sufficientemente areati.

Versatilità d’uso

È un fattore a vantaggio dei modelli a bioetanolo che, non avendo necessità di un cavo per il collegamento, possono essere installati ovunque senza problemi. Alcuni modelli molto piccoli si possono appoggiare direttamente sulla tavola per creare un’atmosfera decisamente suggestiva. Un punto a favore dei caminetti elettrici, è la possibilità di offrire l’effetto ottico del focolare accesso anche senza dover necessariamente produrre calore.

Estetica

Se esternamente in entrambi i casi si possono trovare in commercio modelli di diversa finitura e con design più o meno ricercati, la reale differenza estetica sta nella fiamma viva prodotta dalla combustione. Un caminetto elettrico seppur ben realizzato, offre un finto focolare con un effetto ottico decisamente meno convincente rispetto al braciere di un dispositivo a bioetanolo.

Prezzo

In commercio abbiamo solo l’imbarazzo della scelta con prodotti di tutti i prezzi che partono da poche decine di euro fino a superare i 1500 euro. La potenza, le dimensioni e il design sono tutti aspetti che incidono profondamente sul costo finale, senza particolari differenze tra un modello elettrico o a bioetanolo.

Quale scegliere?

Come spesso accade, difronte a tale quesito non esiste una risposta certa. Abbiamo visto come entrambe le soluzioni offrano praticità nell’istallazione e semplicità nell’utilizzo. Non sono richiesti interventi invasivi, non serve disporre di una canna fumaria, non vengono prodotti fumi o gas nocivi per la salute e la manutenzione è praticamente assente.

La variabile che fa propendere per l’una o l’altra categoria è sostanzialmente la volumetria dell’ambiente da riscaldare. Per locali molto grandi un caminetto elettrico offre un elevato potere calorifico con costi di gestione più contenuti. Un modello a bioetanolo è una valida alternativa in ambienti più piccoli, dove non si vuole scendere a compromessi con l’aspetto estetico oppure negare alla vista il piacere di una fiamma viva.

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