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Quando sostituire il climatizzatore domestico?

Il climatizzatore ci aiuta a ottimizzare temperatura e umidità all’interno della nostra casa. Ecco i segnali che indicano quando è il caso di ripararlo o sostituirlo con un nuovo modello.

Quando sostituire il climatizzatore

Il condizionatore è vecchio

I sistemi di condizionamento domestici non sono eterni, l’età media di questi impianti può andare da un minimo di 8-10 anni fino a un massimo di circa 14 anni. Se il condizionatore ha raggiunto questa soglia d’età significa che ormai è ora di sostituirlo, quindi al primo malfunzionamento conviene provvedere alla sua sostituzione, senza attendere oltre. Un nuovo modello sarà sicuramente più efficiente, tecnologicamente avanzato e garantirà consumi energetici più bassi.

Si rompe frequentemente

Un piccolo guasto al condizionatore è del tutto normale, tuttavia se gli interventi diventano troppo frequenti significa che c’è qualcosa che non va. Prima di continuare a spendere soldi per le riparazioni, dunque, è consigliabile valutare la possibilità di acquistare un climatizzatore nuovo. Queste macchine richiedono soltanto una manutenzione periodica, quindi per i primi 4 o 5 anni non si dovrebbero sostenere ulteriori spese, ottenendo un risparmio nel medio e lungo periodo.

L’aria non è abbastanza fredda

Nonostante possa sembrare ovvio, se l’apparecchio non raffredda correttamente l’aria è un chiaro sintomo che qualcosa non va. Le cause potrebbero essere diverse, da un guasto al compressore a una perdita nell’impianto di circolazione del gas refrigerante, quindi bisogna chiamare subito un tecnico specializzato. Se il costo della riparazione dovesse essere eccessivamente elevato, la soluzione migliore potrebbe essere la sostituzione del condizionatore.

Il flusso d’aria è debole

L’aria in uscita dal condizionatore non solo deve essere fredda, in base alla temperatura impostata, ma deve avere anche un’intensità adeguata per raffreddare l’ambiente in poco tempo. Se il flusso d’aria è particolarmente debole potrebbe esserci un malfunzionamento del compressore, un’ostruzione delle bocchette o un componente danneggiato all’interno. Qualora l’intervento dovesse essere molto costoso, probabilmente conviene considerare il cambio dell’apparecchio con un modello di ultima generazione.

Tracce di umidità e perdite

Un altro segnale che il condizionatore non funziona più correttamente, provocando un aumento dei consumi e una diminuzione delle prestazioni, è rappresentato dalla presenza di perdite che possono causare problemi legati all’umidità. A volte è possibile sistemare la macchina con una piccola riparazione, in altri casi invece è necessario comprare un dispositivo nuovo, soprattutto se la perdita riguarda il fluido refrigerante. Ciò infatti potrebbe causare un pericolo per la salute, oppure rischiare di danneggiare mobili, pareti e pavimenti.

Il condizionatore fa rumore

I climatizzatori dovrebbero essere sempre abbastanza silenziosi, infatti un rumore strano o eccessivo deve mettere in allerta contro un’imminente rottura, dovuta a un malfunzionamento interno elettrico o meccanico. Se dopo l’ispezione il danno è grave, oppure la riparazione richiede una spesa piuttosto alta, è possibile considerare la possibilità di sostituire il vecchio apparecchio con un condizionatore nuovo e più efficiente.

Il termostato non funziona

Oltre al compressore e al sistema di refrigeramento a gas, i condizionatori utilizzano una serie di componenti per garantire il corretto mantenimento della temperatura desiderata. In particolare un guasto comune interessa spesso il termostato, la cui rottura può provocare una lettura errata, creando condizioni ambientali differenti nei vari locali. Se il problema si può risolvere con la sostituzione del termostato, si tratta di una soluzione abbastanza economica e semplice, che non costringe a comprare un nuovo apparecchio.

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